DALL’EROE OMERICO ALLE POSIZIONI DI GARANZIA

DALL’EROE OMERICO ALLE POSIZIONI DI GARANZIA

C’è un unico comune denominatore nelle news riportate, il ruolo del garante, ruolo che viene ad assumere il singolo soggetto, nei confronti di terzi tutelati, in ragione delle funzioni che il primo è chiamato a ricoprire all’interno dell’ordinamento, per previsione di legge o per essersi a ciò obbligato, con la sottoscrizione di un contratto. Tale ruolo di garanzia, che si concretizza principalmente nel fare fronte alla responsabilità da inadempimento con il proprio patrimonio, nei confronti del soggetto ritenuto meritevole di tutela, sta assumendo sempre più rilevanza all’interno dell’ordinamento civile (volendo circoscrivere l’analisi solo a tale ambito giuridico). Così come sempre più stringenti appaiono le interpretazioni sulle condizioni di solvibilità che consentono alle società di capitali di continuare ad operare sui mercati; la perdita di tali requisiti impone la perdita della capacità di operare ed è sempre più chiaro che consentire alle società di continuare ad operare senza garantire condizioni di solvibilità, sia un fattore di rilevante pericolo per assicurare i regolari rapporti fra i soggetti dell’ordinamento.

Non è dato sapere quanto questa tendenza sia percepita/recepita dai singoli soggetti dell’ordinamento. Sia da coloro che ricoprono tali ruoli / funzioni (di garanzia) e che quindi dovrebbero essere ben coscienti dei rischi a cui sono esposti, sia da coloro che potrebbero beneficiare della tutela stabilita astrattamente dalle regole giuridiche vigenti, che quindi potrebbero agire per richiedere tutela nei tribunali. Si può sostenere che sotto l’aspetto politico, nel ventunesimo secolo, le democrazie occidentali (un contributo in tal senso viene apportato anche dal diritto comunitario, principalmente con la disciplina della tutela del consumatore) sembrano concentrare l’attenzione nella tutela del soggetto debole, che in particolari caso può essere anche il creditore (ad esempio creditore di una società insolvente), per garantire il regolare svolgimento dei rapporti di convivenza. Si individuano posizioni di squilibrio, soggetto forte e soggetto debole, e si cerca di garantire un privilegio al soggetto debole. Il quale, tuttavia, per goderne, deve riconoscerne la presenza ed agire di conseguenza, affinché l’effetto si produca. Non sempre ciò si verifica, in effetti.

Ed allora si chiede all’amministratore di condominio, all’amministratore di una società di capitali, all’assicuratore del rischio di responsabilità civile, al professionista, all’intermediario finanziario, al proprietario, di assumere determinate condotte; tali condotte devono essere responsabili e caratterizzate da cautela. Venire meno a tali compiti può portare ad assumere responsabilità dirette.

Che cosa c’entra l’eroe omerico? Beh, ritengo stimolante tale paragone. I due poemi omerici, collocabili temporalmente fra il V e l’VIII secolo a.C., fra le tante, avevano anche la funzione di modellare i comportamenti delle persone. Non è ben chiaro se Omero sia veramente esistito e se i due poemi siano veramente opera sua, o comunque attribuibili al medesimo autore; ciò che è più certo è che in quel tempo gli aedi (Omero era uno di loro), erano poeti itineranti che vagavano per raccogliere storie e leggende e tramandarle e diffonderle al loro pubblico, una sorta di cantastorie, una funzione pubblica molto rilevante, in un’epoca non certamente caratterizzata dalla frenetica trasmissione delle informazioni, come quella odierna. Non poteva peraltro parlarsi di Stati organizzati ed ancora non si conosceva il concetto di separazione dei poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario).

Tra le tante funzioni del racconto, vi era però anche quella di trasmettere determinati messaggi agli auditori, al fine di cercare di modellarne i comportamenti. Una delle caratteristiche che la critica riconosce soprattutto in alcuni passaggi dell’Odissea è che le storie narrate, lasciano intendere che la vita impone dei doveri agli uomini, che questi non devono oltrepassare i limiti prestabiliti, che disubbidire ad una regola o deviare dalla retta via può portare a conseguenze nefaste (il rischio ad esempio per l’uomo di essere trasformato in maiale).

Il concetto è il medesimo: si impongono dei limiti, occorre stabilire delle regole di buona condotta; lo strumento che prima era il cantastorie adesso si evolve in un complesso sistema di leggi ed altre fonti normative codificate, per la cui ricognizione, si impone l’utilizzo di complessi sistemi informatici, maneggiati da esseri umani, i quali ultimi, tuttavia possono ancora commettere errori e quindi compromettere il raggiungimento del risultato.

La complessità della vita contemporanea e la sua continua evoluzione, questo è il punto distintivo,.

Si può quindi osservare che all’epoca di Omero, non era sentito come rilevante diffondere il messaggio di garantire i diritti ai soggetti deboli della società, anzi si cantavano le virtù degli eroi, i quali erano chiamati, generosamente, a dare la loro vita per qualcosa di diverso da sé, il sacrificio personale per l’interesse della comunità.

Come puntualmente osserva un autore francese contemporaneo, di cui si può leggere una sua recente personale rilettura dei poemi omerici (Sylvain Tesson, Un’estate con Omero): nella nostra epoca, l’eroe non assomiglia più ad Ulisse. Duemila anni di Cristianesimo, recentemente convertito in filosofia ugualitaria, hanno innalzato il debole al posto del guerriero. Le società si creano eroi a loro immagine.

Se la primitiva ragionevole necessità di una comunità organizzata, per poter assicurare lo sviluppo e la crescita, poteva ravvisarsi principalmente nella diffusione di quei valori che potevano portare a rispettare regole condivise ed a sacrificarsi per godere della gloria delle proprie gesta, adesso, nelle comunità contemporanee, ciò non è più sufficiente e si impone quindi la creazione di determinate posizioni /funzioni di garanzia, nel cui ruolo, i singoli soggetti, sempre per soddisfare l’interesse della comunità, sono chiamati a sacrificarsi.

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