A META’ DEL GUADO. LA FASE 2

A META’ DEL GUADO. LA FASE 2

La prima fase dell’emergenza pandemica sembra essere stata in qualche modo superata dal sistema capitalista globalizzato. In qualche modo si è superata la fase 1. E’ opportuno fare il punto su quanto è emerso.

Ecco, di seguito, una sintetica guida.

La posizione dell’Italia all’interno dell’Unione Europea

Il mercato comune. E’ venuto chiaramente alla luce, da un lato, il funzionamento del mercato interno e, dall’altro, il ruolo dei singoli Stati, all’interno dell’Unione. Si è scoperto che imprese, con sede nei singoli Stati membri, sono chiamate primariamente a concorrere fra loro (per il bene presunto della comunità) all’interno del mercato unico, in un sistema di rigide regole volte a garantire in via principale l’adempimento da parte dei singoli soggetti delle obbligazioni assunte nei confronti delle controparti.

Il regime degli aiuti di Stato. Si è constatato che sono sostanzialmente negati gli aiuti alle imprese da parte dello Stato membro di appartenenza, anche in condizioni di straordinarietà. In tali situazioni le deroghe al regime di divieto devono essere concesse a condizioni concordate fra tutti gli Stati membri. Ogni Stato poi può decidere se concedere aiuti a fondo perduto, oppure garanzie sui prestiti erogati dal sistema finanziario, sopportandone con il Bilancio Statale i relativi oneri e/o rischi (si è potuto constatare ad esempio che Francia e Germania hanno previsto sostanziosi sussidi a fondo perduto per il sistema delle PMI, mentre l’Italia ha scelto di limitarsi alla concessione di garanzie).

I bilanci degli Stati membri. Gli stessi Stati membri si finanziano, specialmente in condizioni di straordinarietà, sui mercati finanziari; non rientra tra le funzioni della  BCE quella di chiudere gli spread, ovvero riequilibrare le condizioni di accesso ai mercati per il finanziamento dei singoli debiti sovrani.

Il ruolo della BCE. Alla BCE può essere consentito solo un intervento straordinario di acquisti, proporzionato alla dotazione del suo capitale, come ripartito fra gli stati membri, sul mercato secondario dei titoli di Stato (c.d. regola del Capital Key), anche se qualche paese (Germania), contesta la legittimità di tale intervento, perché ruolo ritenuto non rientrante fra quelli assegnati al sistema delle Banche Centrali. Le politiche di acquisti poste in essere dalla BCE non potranno certamente ripetersi  illimitatamente nel tempo. La monetizzazione del debito non è un tema all’ordine del giorno, all’interno dell’Unione, neanche in condizioni di straordinarietà. Per l’Italia ci potrà essere in futuro la possibilità di aderire al MES condizionato, con conseguente apertura di linee di acquisto in emissione di titoli di Stato, da parte del SBCE, ma anche in detto caso per periodi limitati nel tempo.

Altri temi. Il perseguimento della piena occupazione non è un tema principale del dibattito fra Stati, neanche in periodi di emergenza, essendo il dibattito concentrato a valutare il rifinanziamento del debito dei singoli Stati sui mercati finanziari. Tutte le altre aree tematiche (Cultura, Turismo, Istruzione …)  sono condizionate al mantenimento in equilibrio del debito sovrano, in termini di possibilità di rifinanziamento. L’uscita dall’Unione (Italexit) non è un tema preso in considerazione dall’opinione pubblica, neanche in condizioni di gravi rischi alla sopravvivenza del sistema causati proprio dalle regole dei Trattati; al più si spinge per modificare  dette regole in senso più favorevole (es. dibattito sul Recovery Fund).

Gli interventi a salvaguardia dell’economia interna presi con i vari DPCM

Si è scelto la linea di arginare il pericolo. Prima il pericolo sanitario, ricorrendo a misure straordinarie di quarantena della popolazione, in modo uniforme sul territorio, ma garantendo comunque il regolare svolgimento di alcuni servizi ritenuti essenziali.

La forza lavoro non rientrante nei settori necessari è stata assistita, con interventi di sostegno al reddito, nei limiti delle modeste risorse che un bilancio pubblico fortemente indebitato – in termini di comparazione con gli altri Stati membri concorrenti – poteva consentire.

Si è imposto un blocco (fino a maggio 2020) dei licenziamenti (in particolare quelli per giustificato motivo oggettivo) a tutela dei lavoratori subordinati del settore privato.

Le imprese sono state in qualche modo tutelate garantendo linee di finanziamento (prestiti) privilegiate, riservate tuttavia solo ai soggetti in regola con i piani di ammortamento e di rientro precedentemente concordati con il sistema finanziario (quelle quindi ritenute più  meritevoli), applicando le linee guida stabilite in sede comunitaria in materia di aiuti di Stato.

Si è anche garantita una deroga al regime della continuità aziendale (linea dell’insolvenza), per un breve periodo temporale (giugno 2020), stretto arco temporale in cui, quindi, le imprese saranno autorizzate ad operare senza astrattamente poter garantire la solvibilità futura a proprio rischio (tema che verrà ripreso), periodo che presumibilmente potrebbe essere anche ulteriormente prorogato.

I nuovi prestiti che verranno erogati alle imprese operanti sui mercati,  dal sistema finanziario, saranno assistiti da privilegio (statale), in tal modo inevitabilmente svalutando i crediti precedentemente iscritti nei bilanci.

Nella c.d. Fase 2 verranno imposte misure di distanziamento sociale che in alcuni settori potrebbero risultare  oltremodo condizionanti la continuità aziendale.

I nuovi assetti sui mercati globali

Il sistema capitalistico, caratterizzante le relazioni internazionali fra gli Stati, è, di fatto, allo stato, organizzato in blocchi intercomunicanti, in aree di influenza (sommariamente: UE, USA, UK, Russia, Arabia Saudita e paesi collegati, Cina,Giappone, altre potenze asiatiche in parte indipendenti quali Hong-Kong, SudCorea, Singapore, Taiwan), in regime sostanzialmente di liberi (regolati dai Trattati) scambi.

USA e Gran Bretagna, in particolare, si sono mosse derogando alle politiche monetarie fin qui applicate, finanziando direttamente le nuove emissioni di debito pubblico e non escludendo la monetizzazione parziale del debito sovrano, laddove tale debito dovesse diventare difficile da rifinanziare, nel futuro.

Il Giappone e le altre potenze asiatiche indipendenti, sostanzialmente, non hanno effettuato il lockdown.

La Cina ha preso misure molto stringenti in una provincia del suo immenso territorio, per debellare il virus, consentendo nelle altre regioni, alle industrie, di non bloccare il ciclo produttivo, solo di fatto rallentato.

Al momento non c’è un apparente stravolgimento degli equilibri globali, in una condizione in cui Europa ed USA hanno imposto il lockdown,più o meno esteso. Una sorta di stato di quiete.

I mercati finanziari hanno risentito della crisi in termini sostanzialmente uniformi; quello statunitense ha performato meglio degli altri, presumibilmente anche in ragione dell’intervento straordinario predisposto dal Congresso Federale  e dalla FED.

Il mercato petrolifero è uscito completamente stravolto dalla crisi pandemica, sia per effetto delle misure emergenziali prese a livello globale, sia per i contrasti che erano già insorti fra i paesi produttori (in particolare conflitto Russia-Atrabia Saudita), senza poter prevedere il possibile scenario futuro del settore.

Europa ed USA si stanno, sostanzialmente, uniformemente, predisponendo per affrontare la Fase 2. Nessuno ha la certezza,  allo stato,  su come potrà riprendersi e/o evolversi il ciclo economico nelle successive fasi della crisi.

Sotto l’aspetto sanitario, non sono stati fatti considerevoli passi avanti: il virus COVID-19 continua a sfuggire al controllo dei sistemi sanitari dei singoli Stati; vengono elaborate linee guida per convivere con la presenza del virus.

Condividi